venerdì 28 maggio 2010

Flannery O'Connor

La cattolicissima Flannery O'Connor è la fonte d'ispirazione letteraria più citata dall'altrettanto cattolico Bruce Springsteen. Per entrambi fede e religione sono parti integranti di una cultura che hanno assorbito fin dalla tenera età e con cui hanno continuato a fare i conti per tutta la vita. Peccato e redenzione, colpa e innocenza, l'eterna lotta tra il bene e il male, ma anche la comprensione di un mondo che contenga entrambi sono l'humus in comune nonché un bel po' di titoli a cui Bruce Springsteen si è frequentemente e liberamente ispirato per via della stessa, parole sue, "spiritualità tenebrosa". A partire da Nebraska, giusto per essere precisi. Tanto basta per rendere Sola a presidiare la fortezza un titolo a cui dedicare un particolare riguardo, ma sarebbe sbagliato limitarsi a scoprire Flannery O'Connor solo per via di un suo lettore e fan del tutto particolare. Anche se la sua attenzione verso chi sta dall'altra parte del libro è sempre costante ("Puoi scrivere per la gioia di farlo, ma l'atto della scrittura non è completo in sé. Trova un fine nel lettore") Flannery O'Connor è una narratrice superlativa e, come riesce a mostrare Sola a presidiare la fortezza, anche una lettrice e un'osservatrice fuori dal comune. Per scoprire la storyteller è necessario ritornare ai racconti; qui è la sua parte più intima, personale, a tratti direttamente autobiografica, raccontata attraverso un lungo epistolario di lettere a editori, agenti, amici o semplici lettori. Si parla di narrativa ("La narrativa dovrebbe rappresentare la vita, e lo scrittore di narrativa è tenuto a utilizzare tutti gli aspetti della vita necessari a formare un quadro d'insieme convincente. Lo scrittore di narrativa non afferma, ma mostra, raffigura") e di arte tout court ("L'arte non è cosa da verificarsi tra la gente, e comunque non l'arte del romanzo. E' cosa che si vive da soli e allo scopo di cogliere in modo nuovo, attraverso i sensi, il mistero dell'esistenza"), del suo tran tran quotidiano (compresi gli amatissimi pavoni), di morale nella scrittura ("Ci tengo ad avanzare ottimi argomenti in favore della devianza, perché mi vado convincendo che è l'unico modo per aprire gli occhi alla gente") e nella vita ("Il fatto è che per scandalizzarsi bisogna avere una visione d'insieme delle cose, e sono in pochi ad averla") con una verve, spesso polemica, che è difficile riconoscere in altri scrittori e/o scrittrici. Anche con un'umiltà e una semplicità ("Certe domande non è che me le hanno fatte gli altri, me le sono fatte da sola. Spesso la gente non si degna nemmeno di farle, si limita a dirti dove hai sbagliato. Non sono tipo da prendere le domande alla leggera e sicuramente le mie risposte sono incomplete, ma per ora non so fare di meglio") che le rendono omaggio e ci convincono ad accodarci, con tale Bruce Springsteen, tra i suoi fans.

 

 

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