mercoledì 27 aprile 2011

Jack Ritchie

A prima vista, le brevissime short stories di Jack Ritchie, narratore geniale e per molti versi sottovalutato, sembrano compiti perfettamente riusciti di un corso di scrittura creativa. Prendete l’incipit di Fate il vostro gioco, una delle tessere di Il caro prezzo della privacy: “Harry O’Connor mi raggiunse in ufficio poco dopo le cinque del mattino, e gli affidai il locale”. C’è già tutto quello che serve, come l'attacco di una bella canzone: lo sviluppo è poi una conseguenza e se la scrittura e le argomentazioni di Jack Ritchie sembrano elementari è perché, bisogna ripeterlo spesso, la semplicità è eleganza. Lui ne ha fatta una ragione di vita, puntando sull’essenzialità, neanche fosse una scelta di vita: “Non c’è romanzo che non si possa migliorare trasformandolo in un racconto breve: nelle mie mani, I miserabili sarebbe diventato un pamphlet”, amava ripetere e gli esempi, in Il caro prezzo della privacy si sprecano. Anche perché l'arte della short story è espressa al meglio, con racconti, sì, brevissimi ma in cui vengono condensate molte delle magie della narrativa. Non manca mai qualche elemento noir o una sfumatura di mistero e c'è, costante, una nota di ironia che rende appetibili anche i monotoni paesaggi suburbani americani, dove si svolgono gran parte delle storie. Senza trucchi, perché tra le righe di Il caro prezzo della privacy, così come delle precedenti raccolte, Jack Ritchie semplifica la scrittura, scavando fino al midollo di racconti che durano cinque o sei pagine, ma che vanno dritti al bersaglio. Come dice uno dei personaggi di Fate il vostro gioco: “Sono a posto. Niente perni, piombo o ferro. Niente pendenze, inclinazioni o buchi. Un po’ meno attrito e otterreste il moto perpetuo”. Come dire, le storie di Jack Ritchie scorrono veloci e felicemente in quell’attimo che va dalla scrittora alla stampa alla lettura, che in questo caso è un vero e proprio piacere. La rapidità con cui Jack Ritchie riesce a delineare una situazione, un momento, un passaggio è sorprendente, per quanto fragile e leggera: siamo nel campo di bozzetti, di schizzi svolti con arguzia e istinto, con un sapore frizzante molto pop che con ogni probabilità non resisterebbe un altro secondo in condizioni più impegnative in termini di costruzione e/o destinazione. Del resto, per Jack Ritchie la stessa forma è l’essenza e viceversa, visto che la velocità con cui si macina Il caro prezzo della privacy è una parte non indifferente del divertimento che, a dir la verità, non capita molto spesso. Vanno presi per quello che sono: racconti che si sgranocchiano uno dopo l’altro e, nel caso (non improbabile) vi prendano la mano ce ne sono in abbondanza: con Il caro prezzo della privacy di Jack Ritchie sono disponibili una mezza dozzina di raccolte (tra le altre E' ricca, la sposo e l’ammazzo, Le tasse, la morte e tutto il resto, Un uomo al guinzaglio, Approssimativamente tuo e Un metro quadrato di Texas), tutte godibilissime. Fatevene una scorta, l'estate sarà lunghissima.

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