lunedì 4 febbraio 2013

Jack Cady

Inagehi (che nella lingua parlata dai cherokee si pronuncia in na ghe hii) significa una persona che vive da sola in un luogo selvaggio. E’ la scelta di Harriette Chiamata dal Tuono, Amica dell’Albero che “benché non ci pensasse, aveva trent’anni ed era tormentata da più misteri di quanti ne poteva incontrare un detective in tutta la sua vita”. La giovane cherokee sente, come un imperativo del destino, di dover scoprire, capire e far propria la morte del padre, avvenuta per mano assassina in un passato ancora prossimo. Il misterioso delitto è l’unica nota noir di questo splendido romanzo di Jack Cady, volto da capitano Achab, un passato di camionista e boscaiolo e una dozzina tra romanzi e raccolte di racconti, prima della sua scomparsa, nel 2004. E’ anche la scintilla che accende di un fuoco vivo, intenso Inagehi dove protagonisti assoluti sono la natura selvaggia, le montagne, gli alberi, il passare delle stagioni, le variazioni atmosferiche. Tutti considerati alla stregua di personaggi, persino di testimoni e non in un'ottica misticheggiante come spesso vengono proposte le visioni native. Jack Cady è abbastanza scafato e preparato quanto basta per non lasciarsi trarre in inganno da false suggestioni e presenta il mondo di Inagehi, dei nativi con tutte le sue ombre. A prova di smentita scrive: “La terra a occidente, la terra delle ombre, la terra della morte. Quando moriva un cherokee, si diceva che era andato nella terra delle ombre. Gli indiani d’America non erano stati capaci di affrontare la morte, non più del sesso. Il sesso era circondato da tabù e battute sconce, la morte era accompagnata dal terrore. Si sapeva che certi indiani abbandonavano i propri morti, piangendo allo stesso tempo in preda a un dolore inconsolabile. I cherokee non erano così pittoreschi; a volte, era vero, tenevano cerimonie di sepoltura elaborate, ma in genere non parlavano facilmente della morte”. E’ per questo che il prezzo che paga Harriette Chiamata dal Tuono, Amica dell’Albero si diffonde, frase dopo frase, in Inagehi come le radici degli alberi nella montagna che custodisce i segreti della morte del padre e della sua stessa vita. Inagehi è un libro prezioso non solo riporta perché al centro dell’attenzione il rapporto con la natura e la wilderness nello specifico, dove “vivendo in una radura nella foresta, dormendo un sonno dopo l’altro, si scoprono cose comprensibili e cose incomprensibili; tutte profonde come il sole”. E’ soprattutto un’ecologia dell’anima quella che insegue Harriette Chiamata dal Tuono, Amica dell’Albero:  non vuole né vendetta né giustizia, particolari troppo umani e fragili in confronto al rispetto che trova nel silenzio della natura. Così, dato che, scrive Jack Cady, “come tutte le tragedie, anche questa ha bisogno di un coro” c’è solo l’imbarazzo della scelta: potete metterci i dischi di John Trudell, Robbie Robertson, Jerry Alfred o Bill Miller. Non saranno della stessa tribù di Harriette Chiamata dal Tuono, Amica dell’Albero, ma come colonna sonora di Inagehi andranno benissimo.

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