domenica 6 gennaio 2013

Kurt Vonnegut

Per capire di cosa si sta parlando, quando si parla di Cronosisma: “Il presupposto di Cronosisma Uno era che un terremoto, un improvviso difetto del continuum spazio-temporale, costringesse tutti e tutto a ripetere ciò che avevano fatto nel decennio precedente, buono o cattivo che fosse. Si trattava di un déjà vu della durata di dieci lunghi anni. Non potevi lamentarti del fatto che la vita fosse roba rifritta, né chiederti se stessi diventando scemo o se tutti stessero diventando scemi. Non c'era assolutamente niente che potessi dire durante la replica se già non l'avevi detto una prima volta nel corso del decennio precedente. Non potevi nemmeno salvarti la vita, o salvare quella di un tuo caro, se non eri riuscito a farlo nella prima occasione”. Protagonisti dei cronosismi (che in poco tempo diventano due) sono Kilgore Trout, scrittore di fantascienza (o fantascientifico) e il suo alter ego, Kurt Vonnegut. O (come si sa) viceversa, ma non è un grosso problema, perché una volta finiti tra i rami del folle albero genealogico che Kurt Vonnegut dipana tra le pieghe di Cronosisma o si è disposti ad accettare tutto e di tutto, o è meglio lasciar perdere. All’età di settant’anni e senza aver perso un filo della sua verva visionaria e sarcastica, Kurt Vonnegut poteva permettersi questo ed altro, compresa una sottile vena di ripetitività o, per dirla con l’ineffabile Kilgore Trout, persino di viaggiare con il pilota automatico. Difficile però andare a dirglielo perché proprio nel caos di Cronosima è facile vedere una rappresentazione paradossalmente realistica del mondo in cui viviamo, dove, “così come durante una replica conseguente a un cronosisma, la gente non cambia, non impara mai nulla dai propri sbagli, e non chiede scusa”. Nel Cronosisma il tempo fluttua nel disordine delle parole, nel florilegio  di citazioni degli altri scrittori (un piccolo saggio delle letture Kilgore Trout: Willa Cather, Saul Bellow, Heinrich Böll, Thornton Wilder, Jerzy Kosinski, Sinclair Lewis, John Steinbeck, Isaac Asimov, Hemingway e Thoreau, Shakespeare e Voltaire e, più di tutti, George Bernard Shaw e Vonnegut stesso) e con la riduzione temporale del cronosisma più pericoloso, quello della televisione perché “le battute per la TV debbono riguardare eventi che abbiano avuto a che fare con la TV, e molto recentemente. Se una battuta avesse riguardato qualcosa che non era passato in TV per un mese o più, gli spettatori non avrebbero avuto idea su cosa dover ridere, per quanto le risate registrate potessero essere contagiose. Capito? La TV è una gomma per cancellare”. Se c’è un’alternativa al cazzeggio di una vita, come lo chiama Kilgore Trout, lo può dire solo Kurt Vonnegut che infatti nelle prime pagine di Cronosisma spiega: “Nelle conferenze sostengo che una plausibile missione degli artisti sia quella di far sentire le persone almeno un po’ contente di essere vive. A quel punto c’è sempre qualcuno che mi chiede quale artista ci sia riuscito. Io rispondo: i Beatles”. Si può convenire, aggiungendo gli Stones.

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