martedì 21 settembre 2010

William Least Heat-Moon

La gamma di viaggi presentata da William Least Heat-Moon si completa con un capitolo che va a chiudere un'ipotetica trilogia sul paesaggio americano. Prima le Strade blu alla scoperta di territori marginali e dimenticati, poi lo sguardo in profondità di Prateria e infine il fiume solcato dal Nikawa: punti d'osservazione e viaggi radicalmente diversi che per molti versi si completano e s'incastrano uno nell'altro. Racconta William Least Heat-Moon proprio all'inizio del suo Diario di bordo di una navigazione attraverso l'America: “Vent'anni fa avevo già percorso così tanti chilometri di strade americane che sapevo ormai in agguato il giorno in cui non avrei più potuto prendere il volo verso posti nuovi”. Se non cambia l’America, ci si può inventare un altro modo di vederla e infatti William Least Heat-Moon continua scoprendo sulle mappe un altro tracciato blu: “Fu allora che notai la ragnatela di linee azzurro pallido che ricamavano il mio atlante come vene varicose. Erano fiumi. Cominciai a seguirle col dito quelle contorsioni, alla ricerca di un modo per attraversare l’America in barca. Dapprima fui semplicemente curioso di sapere se fosse possibile o meno effettuare un simile viaggio senza uscire dall'acqua troppe volte e per tratti troppo lunghi ma poi presi a pensare con interesse crescente a come sarebbe apparsa l’America vista dai fiumi e a desiderare di poter osservare quei luoghi segreti nascosti a chi viaggia sulle strade”. Un’idea facile, in apparenza. La vita dentro il fiume, però, richiede un'attenzione e una dedizione totali che un uomo solo, per quanto esperto viaggiatore come William Least Heat-Moon, non può permettersi. Ecco quindi che Nikawa (dal nome della barca utilizzata per questo lunghissima odissea fluviale) diventa l'eccezione: un'intera squadra di assistenti (che lui chiama al singolare, con il curioso nome di Pilotis) condivide le gesta di William Least Heat-Moon e lo accompagna nel suo attraversare l'America dal punto di vista privilegiato del fiume. Forse è solo un modo come un altro per attraversarla, dopo il furgone di Strade Blu e i saccheggi bibliotecari di Prateria. In realtà Nikawa conquista a pieno titolo il ruolo di elemento conclusivo di una trilogia dedicata al viaggio, al paesaggio, al rapporto con l'uomo dove l’America è del tutto casuale, per quanto significativa. Anche William Least Heat-Moon, come scrittore, emerge distintamente: se le cinquecentocinquanta pagine di Nikawa sembrano troppe è solo perché la vita di un fiume non è così semplice da descrivere. Anche per un viaggiatore del rango di William Least Heat-Moon. Nell’affrontare la corrente sembra affidarsi all’intuizione primaria e fondamentale di James Agee: non si può personificare un fiume, che lui comprende fino in fondo perché intuisce che “il fiume, caso unico nella natura, costituisce da sé la propria destinazione”. Il suo viaggio sull’acqua, un elemento già fluido e turbolento, è complicato dal fatto che “seguire un fiume significa entrare a tutti gli effetti nel territorio, perché il fiume segue l’andamento del terreno senza eccezioni” e il ritratto dell’America vista dalla corrente è ancora più vivido di quella attraversata con le Strade blu. Imperdibile. 

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