lunedì 24 maggio 2010

Madison Smartt Bell

Crudo e violento come Meridiano di sangue di Cormac McCarthy, tenebroso quanto Mumbo Jumbo di Ishmael Reed, intenso e lirico nello stesso modo di La prima vita di Adamastor di André Brink: Quando le anime si sollevano di Madison Smartt Bell non condivide soltanto la stessa, epica scrittura, ma tutta quella terra di nessuno dove le differenze etniche, sociali, politiche, religiose o geografiche divampano in “un fuoco che brucia per oceani e secoli, un vento generato dal vortice del tempo che lo scaglia a distruggere le città delle terre future, perché le braci di questo fuoco tornano a divampare a ogni minimo soffio”. Un fuoco che non distingue i confini nello spazio e nel tempo e attraversa gli oceani: dall'Africa a qualcosa chiamato America, Madison Smartt Bell racconta le rivolte di Haiti della fine del Settecento descrivendo, a metà strada tra trattazione storica e romanzo sociale, i complessi intrecci tra conflitti etnici, religiosi, politici e geografici. Qualcosa che appartiene alla radice più intima dell'uomo, al suo stesso spirito e che soltanto chi vive vicino alla terra riesce a comprendere fino in fondo. Dice uno dei protagonisti di Quando le anime si sollevano: “I bianchi credono che ogni cosa sia una storia. Forse è così nel loro mondo. Io non ne farò mai parte. Ciò che l'uomo può fare è piatto come una strada e segue la pelle del mondo, ma non è affatto una strada, perché non comincia in un posto né finisce in un altro. Noi ci incontriamo ai crocevia, ma l'altra strada non è di questa terra”. Senza badare troppo alle mistificazioni sul voodoo e sul blues, nei gironi infernali di Quando le anime si sollevano si comprende quali sono i componenti della loro più intima natura: sofferenza, disperazione, rabbia, ribellione. Madison Smartt Bell, con un lavoro di ricerca veramente maniacale ha saputo far coincidere i fatti storici con una scrittura che è un vero e proprio diluvio (il romanzo nella versione iniziale era ancora più lungo) e che trascina il lettore nei paesaggi di un'apocalisse dove lo schiavismo rivela le sue brutture più profonde. Se poi volete un parere più credibile, fidatevi di una delle migliori scrittrici americane contemporanee, Kaye Gibbons, che a proposito di Quando le anime si sollevano ha detto: “Un libro violento, da arresto cardiaco, che narra le tragiche conseguenze della politica schiavista. Le voci dei personaggi intessono un ricco arazzo con le contraddizioni e l'amarezza che ancora tormentano questa terra lacerata”. Tra l'altro il prezzo comprende una cronologia storica dettagliata ed efficiente, un glossario (utile anche per comprendere molti vocaboli voodoo in uso da Willy DeVille a Dr. John), una veste grafica elegantissima e quelle citazioni di Bob Marley che abitano con spiritata naturalezza tra un capitolo e l'altro.

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